Ricco cinema

 

Il film di Lanthimos nonostante qualche assurda critiche di misoginia è sicuramente un’opera femminista e potente.

La protagonista, un’ottima e disinibita Emma Stone, scevra da millenni di patriarcato e perbenismo borghese, vive il mondo e sconfigge, uno a uno, tutti gli uomini che cercano di sopraffarla.

Recitazione e fotografia da urlo e temi affrontato che originalità, il film scorre irriverente senza pause, alternando momenti ironici a citazioni colte di cinema d’essai.

Veramente efficace la figura del dandy Mark Ruffalo, uno “sciupafemmine” che piano piano viene destrutturato dalla potente azione femminista di Bella.

La crisi del cinema Hollywoodiano, spesso didascalico e bloccato in un estenuante loop stucchevole, solo grazie ad un regista europeo può raggiungere alcune vette del passato.

Povere Creature è un film consigliato e una rara perla di luce in un panorama spesso deprimente e raramente interessante.

Il sorriso della verità

Una ragazza in catene che sorride.

Una militante antifascista che non si spaventa.

Una persona sottoposta ad un regime carcerario da medioevo che tranquillamente affronta la barbarie.

Questa straordinaria donna è Ilaria Salis.

Manifestare il proprio pensiero è cosa dura di questi tempi: in Italia, Ungheria, Ucraina, Russia, Turchia, Palestina.

Ilaria lo fa con il sorriso perché ha con sé la forza della verità, della forza delle idee, della sicurezza del proprio ideale.

Una donna che come pochi frame ci dona una grande lezione di vita.

A poco servono le idiozie strombazzate dai soliti tromboni, nazionalisti con gli accusati di assassinio (i Marò) e giustizialisti con tutti gli altri.

Orban, l’amico sovranista della Giorgia nazionale, in pochi anni ha trasformato l’Ungheria in un Paese retrivo e pericoloso, lo stesso tentativo che in tutto il mondo stanno operando (purtroppo con successo) le fazioni ultraconservatrici.

Ilaria, con il suo essere solare e fiera, ci regala la forza per reagire e per continuare a lottare.

Per un mondo di libertà che nemmeno la Storia potrà ancora a lungo negarsi.

 

Per Giulia e tutte le altre

… abbiamo molto da farci perdonare. Noi maschietti siamo il frutto di una società maschilista ma non abbiamo fatto nulla per cambiare. Tutte quelle volte che abbiamo fatto un commento sconcio, tutto quelle volte che abbiamo giudicato in base alle abitudini sessuali, quando abbiamo riso delle presunte fragilità, guardato con lussuria complice una ragazza, sminuito un ruolo, deriso chi ha provato a cambiare, toccato ciò che non dovevamo, bullizzato, approvato discorsi retrogradi. La cosa più grave è che non ci rendiamo nemmeno conto di quanto la situazione sia degenerata e ci sentiamo attaccati quando qualche donna prende consapevolezza e non tace. La violenza di genere nasce da lontano, dai piccoli gesti, dalle risatine mal celate, dalle gomitate cameratesche, dai discorsi sornioni. E se un giorno una di loro non tornerà a casa, faranno bene a bruciare tutto.

UG


Non starò qui a parlare delle ragioni di “Ultima generazione” o di altri gruppi, soprattutto di giovani, che hanno preso coscienza della situazione ambientale e agiscono in maniera sempre più eclatante perché le ragioni le hanno tutte e i veri estremisti sono coloro che si ostinano a negare il cambiamento climatico. Questi ultimi li considero alla stregua dei novax e dei complottisti. La discussione al massimo può vertere sulla metodologia della protesta. Io dico che anche nella metodologia fanno bene; è l’unica maniera per poter svegliare le coscienze ponendo delle contraddizioni forti nei confronti di chi non vuole assolutamente capire. Ad esempio c’era Capezzone su Rete 4 che pontificava le meraviglie della nostra società contro i ragazzi di UG. Tra gli invitati anche Fiano del PD che, facendo finta di avere nel cuore gli ambientalisti, non contestava assolutamente il modello di sviluppo economico. Ma se è proprio questo il problema! Il modello basato sul profitto a tutti i costi è la base del disastro ambientale. Un modello, quello neoliberista, non più sostenibile e non compatibile con la sopravvivenza dell’umanità sulla terra magari non nel breve periodo ma sicuramente nell’arco di due o tre generazioni la vita cambierà radicalmente se non modificheremo radicalmente il modello di sostenibilità. I ragazzi di UG fanno bene a compiere atti eclatanti perché ci deve essere una forte contrapposizione a costo di essere impopolari. Talmente forte è la polemica che sono invitati in tante trasmissioni televisive e a livello mediatico stanno avendo una grande eco. In questo modo possono far valere le proprie ragioni. Ovviamente non devono cadere nelle trappole dei volponi in grado di rigirare la frittata. Ad esempio i numeri propagandati per pulire le azioni di UG gonfiati 300.000 litri d’acqua per ripulire inoltre usano tutti i materiali lavabili e addirittura il carbone vegetale e in più che cosa sono questi numeri piccoli rispetto ai cambiamenti climatici che portano via decine e decine di vite per esempio con gli alluvioni?

Con le BSA nelle zone alluvionate

Siamo arrivati a Conselice verso le 9,00 del mattino.

Al gazebo montato dalle Brigate di Solidarietà Attiva ci è stato assegnato il nostro compito giornaliero: andare a sgomberare il fango da una cantina piena di pellet di una casa in centro.

Siamo partiti in 8: 3 di Perugia, 2 di Bergamo, 1 di Padova, 1 di Napoli e Sandra dalla provincia di Ravenna.

Il bello delle BSA. Aiuto dal basso per la cittadinanza, senza distinzione di sorta. E volontari da tutta Italia.

La signora proprietaria di casa quando ha visto la cantina sgombra, dopo 8 ore di lavoro serrato, è scoppiata in un pianto liberatorio e ci ha abbracciato nonostante fossimo sporchi e sudati.

Siamo andati a cena all’Arci di Granarolo (a pranzo eravamo stati ospiti della sede di Rifondazione Comunista) e poi siamo ripartiti alla volta di casa, consapevoli di aver reso un po’ più lieve una immensa tragedia.

Elogio del “sono stato frainteso”

“Sono stato frainteso”.

 

Con questa espressione da sempre politici e membri della società civile svicolano dalle loro affrettate e spesso maldestre dichiarazioni.

 

Con questo colpo di reni degno del miglior Marcell Jacobs si può dire contemporaneamente tutto e il suo contrario, scaricando la responsabilità del misunderstanding sul lettore o sul cronista che abbia riportato l’intervista.

 

Ultimo in ordine di tempo Ricardo Franco Levi, Presidente dell’Aie (Associazione degli editori) e commissario del Governo per la Fiera del libro di Francoforte.

 

Con una inequivocabile lettera, chiedeva, in modo cortese ma risoluto, al fisico e studioso Carlo Rovelli, reo di aver attaccato il Ministro Crosetto durante il Concerto del Primo Maggio, di non partecipare alla Fiera tedesca in quanto “avrebbe creato polemiche e attacchi”.

 

Tranne poi, ventiquattrore dopo, sull’onda delle polemiche, ritrattare tutto con la mitica frase.

 

Levi, genio italico, si trova, vivaddio, in splendida compagnia.

 

In passato “furono fraintesi” Berlusconi per le sue boutade su Obama e recentemente su Putin, Gasparri sempre sul Presidente degli Stati Uniti, la ex senatrice dem poi centrista Binetti sul Papa, la fu Ministra dell’istruzione Gelmini sui Presidi delle scuole del meridione e una miriade di politici locali sui più disparati argomenti.

“Sono stato frainteso” fa il paio con un’altra frase, meno ricorrente ma ugualmente suggestiva: è stato fatto “a mia insaputa”.

Espressione sopraffina dell’estro e “salto mortale carpiato” spesso oggetto di ilarità ma puntualmente dimenticata al momento delle elezioni.

 

Uno sport in cui il nostro Belpaese, che manca di molte cose, primeggia da sempre: in fatto di “facce di bronzo” potremo sempre vantare un record non facilmente raggiungibile.

L’effige del male sul cuore

Invasione, Nato, Putin, ognuno e ognuna può avere la propria legittima opinione su quello che sta accadendo in Ucraina. C’è chi ritiene inaccettabile una guerra in Europa perché mina i “nostri” principi, chi sostiene che la Russia non possa accettare supinamente un accerchiamento delle forze alleate agli Stati Uniti.

Io la mia idea, da antimperialista e antiautoritario, ce l’ho ben radicata e netta e ritengo che la situazione sia molto complessa.

Su una cosa, però, tutti e tutte dovremmo essere d’accordo: un capo di Stato non può presentarsi a impegni Istituzionali soprattutto in un Paese con una Costituzione chiaramente e nettamente antifascista con le insegne di un gruppo neonazista.

L’Europa di Maastricht e russofobica parteggia per Zelensky? Faccia pure, ma pretenda un netto distinguo di quest’ultimo nei confronti dei fatti di Crimea del 2014 e dai fascisti del suo Paese.

O almeno gli impedisca di presentarsi al cospetto del nostro massimo rappresentante istituzionale con quella guisa.

Altrimenti l’intento di Putin di “denazificare” l’Ucraina non potrà essere ritenuta una semplice scusa.

 

Lollo l’etnita

Non era una gaffe. Non era un fraintendimento. È proprio il suo pensiero e di quelli come lui. Che purtroppo sono in crescita, si moltiplicano, prosperano.

Sotto i colpi della retorica e della propaganda di regime.

Lollobrigida, il ministro-cognato, parla di nuovo di etnia italica. E lo fa al convegno “Gli stati generali della natalità”.

Il dis-pensiero di Lollobrigida viene direttamente dal ventennio. Ha l’inequivocabile puzza del razzismo perché si connota come una contrapposizione alle migrazioni, agli altri visti come invasori, corpi estranei e opprimenti.

Non certo coloro che ci fanno esultare allo stadio, ovvio, o quelli che ci emozionano al cinema. Ai microcefali fa paura la povertà, l’indigenza, l’ultimo che “ruba” al penultimo.

Obnubilati dalla ferocia dei tempi e dai media dei padroni delle Ferriere, gli italiani hanno paura e si fanno governare da chi ha intriso l’ideologia della razza.

La razza, l’etnia, la nazione che nella loro retorica non solo è una appartenenza ma addirittura un plus di superiorità negli confronti degli “altri”.

E da questo ne deriva che “è giusto” bloccarli nel Mediterraneo, che è “sensato” decretarne i flussi, che è “cosa buona” togliere lo stato di emergenza.

Nel mare non muoiono solo migranti che fuggono dalla fame e dalla guerra ma anche l’umanità.

E i bulli come Lollo e compagnia brutta godono e continuano imperterriti e propinarci, senza troppo disturbo o indignazione popolare, le loro assurde boiate.

Il Re è…di cera


Berlusconi ovvero il Re che non vuole morire.

Il signore dei mille dubbi morali, dei (mala)affari, delle cene eleganti, delle orrende storielle da italiano medio non si rassegna alla triste mietitrice e continua imperterrito a cantare la sua retorica.

La cosa delirante e paradossale è che, nell’attuale governo di destra-centro, lui e i suoi accoliti, sono il labile baluardo contro il revanscismo fascista meloniano.

Pur non riuscendo quasi più a parlare, il Caimano lotta, sgomita, inventa.

Di danni ne ha fatti al nostro Paese, tantissimi. Soprattutto nelle mentalità pur essendone contemporaneamente il frutto e il manipolatore.

Figura a dir poco controversa di una società abbietta, paradigma di un mondo da rivoltare.

E mentre nelle terre britanniche si celebra l’altra farsa dell’incoronazione di un Re fantoccio, noi ci teniamo questo Re di cera che con caparbia ancora vuole prenderci per il naso

 

La destra non si ar..Rovelli

 

 

Il discorso di Carlo Rovelli durante il “concertone” del Primo Maggio fatto di fronte a tantissimi giovani e anche in diretta TV è un fatto molto positivo perché esprime prima di tutto una posizione netta e contraria a questa guerra folle e dice anche delle cose che non sono molto mainstream nei media italiani (e non solo) che però sono in sintonia con molti di noi.
Non si può ricercare la pace armando uno dei due contendenti.
Chiunque la pensi diversamente da assurde posizioni belliciste e finto pacifiste, dal Papa fino a qualche pensatore e politologo, viene subito tacciato di essere una persona filo-russa, ma questo non corrisponde in verità.
Rovelli ha toccato anche altri importanti temi: ha criticato l’attuale Ministro della Difesa Crosetto (qualcuno dice senza contraddittorio) per i suoi interessi passati(?) nell’industria bellica. Se è vero che è giusto criticare le posizioni di Rovelli da altri punti di vista è anche vero che Rovelli stesso può esprimere le proprie posizioni in un qualsiasi evento pubblico perché la democrazia è fatto di questo: opinioni contrastanti che devono essere visibili sui media per cercare di dare una informazione completa. Quale occasione migliore di un concerto così importante come quello del Primo Maggio per raccogliere tanti giovani e tante idealità?
Carlo Rovelli con grande passione parla non solo della guerra ma anche sugli armamenti (c’è stata la risposta dell’associazione di categoria). Da sempre i pacifisti chiedono la riconversione e non la chiusura di queste industrie in produzioni che siano votate alle costruzione e non alla distruzione.
Utopico? Per cambiare il mondo si deve cominciare da qualche parte.
Una parte importante del discorso del fisico veronese parla di ambiente.
Come diceva Chico Mendes “l’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio” e questo corrisponde a pura verità perché se pensiamo che semplicemente togliendo i combustibili fossili o altri piccoli obiettivi da raggiunger qui al 2050 si possa risolvere la situazione ambientale questa si che è utopia.
La situazione è seriamente compromessa e quindi il cambiamento deve essere radicale e rapido e deve riguardare non solo la mentalità dei cittadini ma soprattutto il paradigma economico neoliberista che deve essere scardinato affinché vi sia una società più giusta e ambientalmente sostenibile.
Qualcuno afferma che con i soldi del canone Rai non si dovrebbero sentire sermoni senza contraddittorio. Quando storici come Orsini vengono presi di mira senza pietà questo non vale?
Una società veramente pluralista deve far sentire tutte le voci anche quelle che magari sono scomode e magari più vicine al sentore della gente.