Invasione, Nato, Putin, ognuno e ognuna può avere la propria legittima opinione su quello che sta accadendo in Ucraina. C’è chi ritiene inaccettabile una guerra in Europa perché mina i “nostri” principi, chi sostiene che la Russia non possa accettare supinamente un accerchiamento delle forze alleate agli Stati Uniti.
Io la mia idea, da antimperialista e antiautoritario, ce l’ho ben radicata e netta e ritengo che la situazione sia molto complessa.
Su una cosa, però, tutti e tutte dovremmo essere d’accordo: un capo di Stato non può presentarsi a impegni Istituzionali soprattutto in un Paese con una Costituzione chiaramente e nettamente antifascista con le insegne di un gruppo neonazista.
L’Europa di Maastricht e russofobica parteggia per Zelensky? Faccia pure, ma pretenda un netto distinguo di quest’ultimo nei confronti dei fatti di Crimea del 2014 e dai fascisti del suo Paese.
O almeno gli impedisca di presentarsi al cospetto del nostro massimo rappresentante istituzionale con quella guisa.
Altrimenti l’intento di Putin di “denazificare” l’Ucraina non potrà essere ritenuta una semplice scusa.