Il valore delle parole

Abstract speaker silhouette with letters

Tempi bui non solo in economia e per i diritti ma anche per la cultura e il buonsenso.

Prendiamo ad esempio lo stravolgimento del significato delle parole in atto grazie all’ascesa di una (quasi sempre finta) nuova classe politica e giornalistica stolta ed ignorante (nel senso che ignora…).

Riforme: nell’immaginario collettivo quando si parla di riforme si tende sempre a considerare che esse siano positive mentre una riforma, nel senso stretto del termine, è un cambiamento profondo di una situazione esistente ma non è detto che essa sia per forza un miglioramento o un progresso per la società.

E’ il caso delle istanze messe in campo dal governo Renzi, per esempio: gli atti politici e legislativi operati sono di fatto delle riforme rispetto al passato ma costituiscono un regresso dei diritti dei lavoratori, un ritorno a forme di sfruttamento ottocentesche e alla fine di un seppur minimo stato sociale.

Ma i bellimbusti della manipolazione ci godono a spacciare per cioccolato quello che in verità è merda (scusate la metafora non molto esplicativa….).

Stesso discorso vale per la parola Politica: tristemente famosa la scenata fatta dal “nuovo che avanza” Paola Taverna del Movimento 5 stelle che come un ossesso strillava di fronte a potenziali elettori “io non sono una politica, a me fa schifo la politica!”. E per quale cazzo di motivo sei finita in parlamento? Per aprire scatolette???

Politica è scienza del governo e dell’amministrazione, non sinonimo, di per sè, di malaffare e arrivismo personale. Lei si riferiva alla trasformazione che, indubbiamente, ha avuto in questi anni l’impegno politico, voleva rappresentare il suo essere diversa dagli altri ma urlare in questo modo un’inesattezza del genere ha sinceramente dell’insopportabile.

Passi un linguaggio del genere in bocca ad una parvenu della politica; meno tollerabile che lo stesso discorso venga fatto, ahimè, da un delegato Fiom alla riunione tenutasi a Cervia a fine febbraio. In quell’occasione, intervistato da un giornalista in merito all’eventuale discesa in campo di Landini nell’agone politico, egli non ha avuto di meglio da dire che “a noi la politica ci fa schifo!” (pure a lui!).

Ecco perchè l’azione intrapresa dal segretario nazionale della Fiom non è ben compresa e spesso strumentalizzata: dire di voler far politica non significa altro che annunciare di volersi interessare della res pubblica e la Fiom e il sindacato in questo senso fanno, giustamente, politica da sempre. Anche quando mi interesso del perchè un cartello stradale sia stato rimosso faccio politica, lo capite si o no????

E il pressapochismo con cui si usa la parola gaffe? Gaffe indica una parola detta in modo erroneo o in un contesto sbagliato, sostanzialmente in modo involontario. Quando Salvini afferma che la Grecia “ha solo le isolette e la feta” non sbaglia in malafede, è proprio stronzo così, senza filtri.

D’altronde in un mondo in cui il Vaticano abolisce per legge il limbo (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/20/limbo_abolizione.shtml) come se dio dall’alto dei cieli, se mai esistesse, stesse ad assecondare le decisioni prese in terra) tutto ciò può sembrare lecito e possibile.

E in Italia, paese decadente e senza più cultura, i demagoghi in questo modo hanno gioco facile.

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